Articolo scritto da: Silvana Carcano
Un ulteriore dato significativo sottolineato nella ricerca è che quasi il 20% delle imprese di medie dimensioni che non sono obbligate per legge a preparare un bilancio di sostenibilità, dichiara di redigerlo volontariamente.
La ricerca non indaga i motivi di questa scelta volontaria, ma è facile intuire quali siano. Oltre alle richieste dei business partner di cui abbiamo appena parlato, va considerata l’opportunità di sfruttare gli ingenti fondi pubblici messi a disposizione ad esempio tramite le gare d’appalto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Tra i principali requisiti che le imprese devono tenere in considerazione per poter accedere ai fondi del PNRR ci sono la sostenibilità ambientale e le pariopportunità. Troviamo, in alcune iniziative del Piano, criteri di accesso che condizionano l’intervento all’assunzione di giovani e di donne. Analizzando infatti alcuni bandi diretti alle imprese, tale criterio diventa vincolante per il proseguimento del progetto.
Uno dei vincoli che permeano tutto il Piano è relativo al principio DNSH (Do Not Significant Harm o in italiano, Non arrecare significativi danni), il quale impone in maniera stringente che nessun intervento previsto all’interno del PNRR possa arrecare danni significativi all’ambiente. Il principio DNSH è il criterio più qualificante per accedere ai fondi del Piano, motivo per cui una piena comprensione da parte delle imprese rappresenta il presupposto per coglierne appieno le opportunità del PNRR.
Per saperne di più sull’argomento, ascolta le parole di Silvana Carcano – (Founder di Ethycon) nell’articolo “Sostenibilità: effetto a cascata sulle PMI“.